Il ruolo del locus coeruleus nel sonno

 

 

LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 07 dicembre 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il locus coeruleus, il più grande aggregato nucleare noradrenergico dell’encefalo umano come degli altri mammiferi, svolge numerosi ruoli e la ricerca ne sta scoprendo e vagliando di nuovi, ma tra quelli più certi e definiti vi è la regolazione dei livelli di allerta durante la veglia. Al contrario, il suo ruolo nel sonno è stato scarsamente indagato e risulta ancora poco definito.

La nostra società scientifica segue da sempre la ricerca su questo complesso nucleare, che negli anni scorsi non era al centro degli interessi di molte scuole neuroscientifiche, che si trovarono impreparate tra il 2016 e il 2019, quando i nostri aggiornamenti sui progressi compiuti dalla ricerca furono accolti con grande favore. A scopo introduttivo prendiamo le mosse da un nostro aggiornamento del 2016 (Il locus coeruleus rivisitato)[1] per alcune nozioni anatomiche riferite all’encefalo umano e storiche riferite alla ricerca, utili anche perché mancano ancora in alcuni importanti manuali di neurofisiologia attualmente in uso.

Nella parte superiore laterale del triangolo pontino del pavimento del quarto ventricolo, poco oltre la fossetta superiore che corrisponde al nucleo masticatorio del trigemino, si estende una piccola superficie allungata, alta circa 5 millimetri, di colore grigio ardesia o bluastro, dai confini sfumati: il locus coeruleus[2]. Non raramente questa formazione, che presenta talvolta pieghe longitudinali descritte col nome di rugae loci coerulei, è mascherata dalla sostanza bianca e dall’ependima del pavimento ventricolare che, rimosse, consentono di riconoscere dalla tinta questa piccola area dove termina una delle radici del trigemino. Proprio la sua particolare colorazione attrasse l’attenzione degli antichi morfologi, che ne individuarono la ragione nell’accumulo all’interno delle sue cellule di un pigmento, al quale diedero il nome di substantia ferruginosa.

Molti studiosi hanno subìto il fascino dell’insolita tinta grigia azzurrata di questa formazione situata in un’area densa di rapporti fra nuclei di nervi cranici nel Ponte di Varolio, una sezione del nevrasse posta nella transizione troncoencefalica fra midollo spinale, cervelletto e cervello. Inizialmente furono indagati i rapporti topografici del locus coeruleus con il nucleo mesencefalico del trigemino, col nucleo intercalato e il nucleo motore dorsale del vago, senza riuscire a formulare ipotesi funzionali (Peele)[3].

Il solo criterio della morfologia macroscopica non avrebbe potuto consentire progressi conoscitivi, perché la particolarità di questo aggregato neuronico risiede nella massiccia presenza di un unico neurotrasmettitore nella maggioranza assoluta delle sue cellule: la noradrenalina. Infatti, fino a quando gli istologi del sistema nervoso centrale non poterono visualizzare i composti monoamminici endogeni, non fu possibile riconoscere la caratteristica più importante del locus coeruleus, ossia quella di essere la principale origine di proiezioni assoniche noradrenergiche di tutto il sistema nervoso centrale dei mammiferi.

Lo sviluppo dei metodi di istofluorescenza per le monoammine da parte di ricercatori svedesi portò ad una pletora di studi, fra i quali vi fu il noto lavoro di Loizou pubblicato nel 1969 da Brain Research, che fece registrare un record di citazioni e divenne il principale riferimento nel fascicolo monografico dedicato alle celebrazioni per il 50° anniversario della rivista. L’articolo di Loizou ha contribuito in modo significativo alla costituzione di scuole di ricerca che hanno alimentato nel corso dei decenni l’indagine sperimentale volta alla comprensione del ruolo e dei meccanismi del sistema noradrenergico del locus coeruleus (LC-NE, da locus coeruleus norepinephrine system) nell’economia del controllo cerebrale dell’organismo e nel comportamento animale e umano[4].

Vincent Breton-Provencher e Mriganka Sur del MIT hanno identificato quale regolatrice dell’attivazione delle cellule noradrenergiche del locus coeruleus una popolazione di interneuroni inibitoria, che utilizza l’acido γ-amminobutirrico (GABA) per la segnalazione come la maggior parte dei neuroni inibitori dell’encefalo. L’attivazione del locus coeruleus che si accompagna ad ansia e stress richiede un maggior input cognitivo per essere controllata; sull’accentuazione del controllo cognitivo del locus coeruleus si basano alcuni comportamenti naturali osservati nei roditori, e su questo principio sono state sviluppate alcune tecniche di terapia cognitivo-comportamentale volte a ridurre l’ansia. Questo input cognitivo in grado di contrastare e ridurre l’attivazione del locus coeruleus è risultato provenire da circa 50 regioni intensamente connesse. Tali aree, portatrici di segnalazioni legate all’elaborazione di stimoli percettivo-cognitivi, inviano assoni che formano sinapsi sia con i neuroni eccitatori catecolaminergici sia con gli interneuroni inibitori.

Altri studi hanno ottenuto dati a supporto dell’idea che il locus coeruleus sia in grado di generare, con le sue proiezioni diffuse alla corteccia, una gamma di stati mentali. Questa visione che prende le mosse dalla nota regolazione dello stato di allerta/allarme durante la veglia, costituisce già un importante progresso. Ma, come si diceva più sopra, circa il suo ruolo nel sonno si sa ancora poco.

Alejandro Osorio-Forero e colleghi hanno indagato la possibilità di un ruolo di regolazione del cervello dormiente. I risultati sono interessanti.

(Osorio-Forero A. et al., Infraslow noradrenergic locus coeruleus activity fluctuations are gatekeepers of the NREM-REM sleep cycle. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-024-01822-0, 2024).

 La provenienza degli autori è la seguente: Department of Fundamental Neurosciences, University of Lausanne, Lausanne (Svizzera); Department of Sleep and Cognition, Netherlands Institute for Neuroscience, Amsterdam (Paesi Bassi).

Il locus coeruleus è un complesso nucleare situato nell’uomo in un’area del tronco encefalico che appartiene al ponte dorsale e rappresenta il maggiore agglomerato encefalico di neuroni contenenti nor-adrenalina, potendo giungere fino al 50% delle cellule noradrenergiche dell’encefalo, in animali quali i roditori da laboratorio. I suoi neuroni sono provvisti di lunghi assoni che proiettano in numerosi siti, costituendo un’entità neurofunzionale distinta.

Questo sistema risponde ad una grande varietà di agenti stressanti esterni e segnali di distress interno – come il drastico e rapido calo della pressione arteriosa causato da emorragia – e rappresenta una stazione centrale di collegamento per stimoli provenienti da diverse aree, che integra attivando rapidamente e globalmente sia le risposte centrali che quelle periferiche allo stress. È stato dimostrato che la sua fisiologia non obbedisce a un criterio “tutto o nulla”, ma è caratterizzata da gradi diversi di attivazione.

Il locus coeruleus ha una parte importante nella patogenesi del disturbo post-traumatico da stress e della depressione da stress. In sintesi: eventi stressanti o minacciosi riconosciuti ed elaborati dalla corteccia cerebrale raggiungono l’amigdala, che può essere attivata anche da evocazioni o stimoli elaborati inconsciamente; l’amigdala rilascia il CRH che attiva la produzione simpatico-midollare di adrenalina e stimola l’asse ACTH-cortisolo preparando l’organismo alla fuga o all’attacco. Se lo stress perdura o è molto intenso, il cortisolo attiva il locus coeruleus che, mediante la noradrenalina, stimola l’amigdala a produrre e rilasciare CRH, innescando il circolo vizioso responsabile della patogenesi. Oltre che nella risposta allo stress, il locus coeruleus interviene nei processi alla base delle crisi di astinenza e della cosiddetta dipendenza fisica dalle sostanze psicotrope d’abuso.

Rinviando al citato articolo del 2016 per altre interessanti nozioni[5], a un articolo sul ruolo nella memoria consolidata da novità[6] e a un articolo del 2019 per la regolazione GABAergica del locus coeruleus[7], si torna al lavoro di Alejandro Osorio-Forero e colleghi sul ruolo nel sonno.

Le evidenze sperimentali dimostrano che, nel topo, l’attività neuronica fluttuante del locus coeruleus suddivide il sonno NREMS (non-rapid eye movement sleep) in 2 differenti stati del cervello e del sistema nervoso autonomo o vegetativo, che governano i cicli NREMS-REMS durante periodi di circa 50-s:

1)      l’alta attività del locus coeruleus induce uno stato subcorticale-vegetativo di allerta che facilita le micro-allerte corticali;

2)      la bassa attività del locus coeruleus è richiesta per le transizioni NREMS-REMS.

Questa alternanza funzionale regola la durata del ciclo NREMS-REMS mediante la definizione (setting) di finestre permissive per l’accesso REMS durante sonno indisturbato, limitando invece questi accessi a un massimo di 1 per periodo di 50-s durante la restrizione REMS. Una veglia ricca di stimoli e promotrice di stress era associata a più lunghi e più brevi livelli di attività alta o bassa del locus coeruleus, rispettivamente, durante il seguente sonno NREM, risultando in una maggiore frammentazione NREMS indotta da micro-allerta e ritardato inizio di sonno REM.

Sulla base di questi esiti, i ricercatori concludono che le fluttuazioni in attività del locus coeruleus agiscono come un “controllo al varco” del ciclo NREMS-REMS e che questo ruolo è influenzato da esperienze negative durante la veglia.

 

Gli autori della nota ringraziano la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invitano alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Lorenzo L. Borgia & Roberto Colonna

BM&L-07 dicembre 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 



[1] Note e Notizie 09-04-16 Il locus coeruleus rivisitato.

[2] In una descrizione anatomica semplificata, che non consideri il triangolo pontino, la sua localizzazione è riferita alla parte superiore e mediale del pavimento del quarto ventricolo. Alcuni manuali indicano semplicemente come sede il Ponte dorsale, non considerando l’accesso dal quarto ventricolo dell’osservazione reale nella pratica di sala settoria. Nel trattato di anatomia umana Testut-Latarjet (3 riferimenti nel III vol., ed uno nel IV) e nel Gray’s Anatomy (edizione XXXIX del 2005) si trovano ulteriori elementi descrittivi. In termini linguistici, la denominazione locus coeruleus introdotta dagli antichi anatomisti non è corretta, perché l’ortografia latina è locus caeruleus.

[3] Testut-Latarjet, Anatomia Umana (in 6 voll.), III vol., p. 311, UTET, Torino 1972.

[4] A 47 anni di distanza, sulla stessa rivista, apparve un articolo di Aston-Jones e Waterhouse che, oltre a fare un sintetico “stato dell’arte” illustrava il principale cambiamento di prospettiva intervenuto in quasi mezzo secolo di ricerca.

[5] Note e Notizie 09-04-16 Il locus coeruleus rivisitato.

[6] Note e Notizie 01-10-16 Ruolo del locus coeruleus nella memoria consolidata da novità.

[7] Note e Notizie 02-02-19 Identificata una regolazione GABAergica del locus coeruleus.